Arte

“AMICI DI COLORE”

Mostra del pittore Mario Maccatrozzo, tenuta presso il Castello di Stigliano di Santa Maria di Sala – Ve. dal 26 febbraio al 13 marzo 2011

Il termine “amici” con cui Mario Maccatrozzo ha scelto di aprire questa rassegna, ci porta a considerare quale valore ha per lui l’amicizia: affettivamente, basta  guardarci intorno per capire che le dimostrazioni di affetto e di stima sono parte determinante della sua vita, non c’è posto dove non trovi chi lo saluta, o si fermi con lui per scambiare due parole, non c’è momento che non sia legato ai ricordi, a persone che in qualche modo hanno segnato eventi a lui cari, legati soprattutto al suo mondo pittorico: Il bicchiere di Marconi…, l “omaggio a Domestici”…,  solo per citare quelle presenti in questa occasione, ma se dovessi passare in rassegna tutto ciò che ha creato valore di amicizia non mi basterebbe un’intera serata. Anche perché questa rassegna porta un titolo che si conclude con “di colore”. Aprendo quindi l’orizzonte ad un tema particolarmente caro all’artista.
Sono soprattutto i colori del suo animo, quella forza interiore che é vibrazione come la musica, una risposta, come diceva Goughin al mistero della vita, per raggiungere ciò che vi è di più generale e di più vago nella natura. Nelle opere dedicate alla realtà dell’Africa non è tanto il riconoscere la diversità dal colore della pelle che rende vivi i suoi quadri, ma piuttosto l’interpretazione  delle sfumature dei paesaggi, i cromatismi con cui sottolinea l’abbigliamento dei soggetti, gli oggetti etnici di contorno, a volte anche le stesse nature morte sono un intreccio di tutto questo. C’è un richiamo con una realtà dove la ricerca cromatica  fa provare un senso di curiosità e di allegria. La stessa gioia con cui carica i paesaggi più familiari della sua quotidianità.



In questa mostra ha ripercorso le tematiche del suo lavoro pittorico con quelle caratteristiche personali che lo portano ad interpretare il paesaggio, le nature morte, la maternità, il ritratto e l’autoritratto, gli eventi ricordando “Noale in Fiore” o la mostra di attualità “Il pittore e la modella”, sia con la consapevolezza di ciò che vuole realizzare ma anche con la forza dell’animo che fa del colore una risposta del mistero della vita.
L’impatto con la realtà viene ben strutturato dai colpi di luce che si fanno campo allargando gli spazi e il movimento ed i colori sembrano riversarsi tra le aperture delle pennellate, le trasparenze, ricoprendo la profondità degli spazi, quasi a saturarli.
Tra i paesaggi di questa mostra non poteva mancare un riconoscimento al territorio di Stigliano con il castello, le chiuse, e l’angolo lungo il Muson, una visione del castello con la torre più alta, uscita dal pennello mentre montava la mostra,perché mancava proprio quell’angolo e Mario ha sentito la spinta di uscire, incurante del freddo, per realizzarlo.
L’ istintività lo porta a vivere e a pensare dentro di sé quello che poi diventano “le sue opere”.


  
Anche le nature morte sono frutto del suo mondo, gli accostamenti vengono integrati da quei soggetti che appartengono agli affetti, ai ricordi ad un evento suggestivo o ad un piano dove l’essenza cromatica, il tono brillante, e l’atmosfera sono di grande impatto ed il colore diventa spazio, luce, ombra, elemento decorativo.
Singolari sono gli autoritratti, in cui l’immagine è molto intensa, come in quello che è diventato la copertina della sua monografia: il forte contrasto tra il verde ed il rosso  emette una particolare radiazione sullo sguardo e sugli occhi, facendo affiorare tutta l’intensità  ed esaltando le qualità del colore stesso. L’enfasi delle linee e del ritmo, la pennellata hanno come scopo di sottolineare l’espressione e l’emozione dell’artista.
Questo lungo inverno, che rare volte gli ha permesso di realizzare opere in plein aire, non ha fermato i suoi tentativi e le ricerche  che lo hanno portato a realizzare diverse opere ad acquerello. Una tecnica più dolce, ma impegnativa, dove con armonia e originalità e, mantenendo la sua personalità, ha realizzato numerose nature morte. I soggetti sono ripresi in primo piano, elaborati su sfondi chiari, la luce è determinata dalla scelta pulita e dall’angolazione della composizione, sono opere in cui si misura con se stesso e con la soddisfazione anche questa volta di avere realizzato qualcosa di nuovo.  

                                                    Lidia Mazzetto